Nel primo anno di medie si propone un lavoro sulla descrizione: il primo passo per imparare a descrivere è imparare a guardare.
La descrizione è l’occasione per imparare a guardare.
Il problema della scrittura si pone secondariamente. Prima di tutto si tratta di un incontro: un io che incontra la realtà.
Osservare non significa vedere il più possibile, ma fare esperienza della ricchezza e della varietà della realtà in ogni suo particolare.
Un oggetto che si presta ad un lavoro simile è l’albero, ad esempio un tiglio del viale della scuola, che in questa stagione si mostra in tutta la sua bellezza.
Siamo usciti con il quadernino di brutta e dopo qualche minuto di silenzio i ragazzi si appuntavano le caratteristiche che condividevano con il resto della classe. All’inizio vanno guidati, ma nel tempo diventano autonomi: il metodo emerge da sé.
Non è facile osservare perché gli si chiede di spostare la centratura da sé alla ricchezza che l’albero propone.
La prima lotta è quindi spingerli a osservare, non a vedere quello che pensano loro.
Rendersi conto della ricchezza di un semplice albero che vediamo quotidianamente all’uscita di scuola è una scoperta: i ragazzi si rendono subito conto che vedere è diverso da osservare. Questo genera un interesse, genera stupore.
Da qui parte il lavoro sulla descrizione: come rendere linguisticamente questo incontro?